Bani

Bani è un piccolo villaggio, a predominanza musulmana, famoso per le sue 7 moschee di fango. Si distribuiscono lungo le colline circostanti e gli inconfondibili minareti, trafitti dai numerosi bastoni, sono le uniche costruzioni a innalzarsi verso il cielo per centinaia di chilometri, in cui regna indisturbato l’arido e piatto sahel. Le moschee, decorate in modo davvero originale con incisioni nel fango, sono il miglior esempio di tutto il Burkina Faso. Partendo dalla moschea principale, chiamata Mani di Dio, che si trova al centro del villaggio, si prosegue poi lungo i pendii per raggiungere le altre sei (non tutte in ottimo stato di conservazione): la moschea del sole che tramonta, quella del sacrificio, della buona idea, della gioia, del piacere e del sorgere del sole. Le 7 moschee sono disposte in un ordine ben preciso, che raffigura la posizione di un uomo in preghiera con testa, mani e piedi. Sono tutte simili, soprattutto all’interno. Sabbia in terra, colonne portanti in pietra, volte lungo il soffitto. Spazi ampi per la preghiera, spogli e rigorosamente senza rappresentazioni iconografiche, come vuole l’Islam in cui è proibito raffigurare Dio.

La moschea principale, quella più bella, è realizzata come le altre in terra cruda e decorata con ricami geometrici scavati nel fango. Dal suo tetto la vista è suggestiva. La sua storia è curiosa e strettamente legata alla figura del profeta Mohamed Kafando, che decise di costruirla dopo un sogno rivelatore. Si narra che Mohamed Kafando all’età di sette anni, nonostante non avesse mai letto il corano, iniziò a parlare come un profeta e che nel 1975 raggiunse La Mecca a piedi in soli tre giorni. Molti sono i credenti che giungono a Bani per avere l’onore di ascoltare le sue parole.