Venerdì sera 10 marzo, presso il Circolo culturale “Il Fortino” di Marina di Pisa, tutti noi, al sicuro “nelle nostre tiepide case”, abbiamo dovuto fare i conti con la nostra “commossa indifferenza”. “Caino, dov’è tuo fratello?” è stato un racconto accorato, con il quale i volontari di “Amici per l’Africa” hanno voluto regalarci le emozioni vissute durante i loro viaggi in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri dell’Africa dove questa associazione di volontariato da anni porta cibo, scava pozzi, costruisce scuole e crea dispensari.
Ci hanno raccontato di persone conosciute in quel paese, ci hanno fatto conoscere con pennellate leggere alcuni referenti autoctoni che permettono di utilizzare gli aiuti in maniera mirata. Aiuti raccolti con sacrificio dai volontari dell’Associazione, vendendo fiori all’ingresso delle chiese e oggetti etnici ai banchetti di beneficenza delle sagre, e che perciò non devono essere dispersi in rivoli collaterali, ma andare diritti e intatti a chi ne ha bisogno.
È stato uno spettacolo di musiche selezionate da Antonella Barbieri, e di coreografie ideate dalla stessa e realizzate dagli alunni del primo anno della Scuola Media di Marina di Pisa.
Ed è stato uno spettacolo di parole, pensate e scritte da Franco Golia, narrate con voce accorata da Anna Maria Berloco e recitate con voce calda e partecipata da Michela La Marca e da Pietro Caroti Ghelli.
Parole delicate, scritte su carta velina, eppure pesanti come pietre, che hanno accarezzato il cuore degli spettatori ma che, al tempo stesso, com’era nelle intenzioni dell’Autore, lo hanno anche graffiato. Così ognuno, inseguito per un’ora da martellanti e assordanti “perché”, alla fine ha dovuto fare i conti con una sensazione di disagio e interrogarsi sulle diseguaglianze e sulle ingiustizie che sporcano il mondo.
Lo spettacolo è stato poi arricchito dai versi di Dante, opportunamente inseriti nel racconto e declamati a memoria da Franco Golia: il “Canto di Ulisse”, che ha voluto sottolineare la motivazione al Viaggio dei volontari dell’Associazione, ma anche ricordare l’altro Viaggio, quello della speranza dei disperati verso la grassa Europa, che tante volte, come quello di Ulisse, finisce in naufragio; e il “canto di Ugolino”, per sottolineare la “fame senza lacrime” di un popolo fiero che chiede solo strumenti per crescere e affrancarsi.
Ciliegina sulla torta sono state poi le parole conclusive di Clémentine, che hanno sottolineato come un popolo che ha fame, che ha sete, che non ha la possibilità di studiare, non può mai essere un popolo libero, ma è piuttosto un popolo che più facilmente può diventare preda dei predatori di turno e del terrorismo.
Clémentine Pacmogda è una giovane donna Burkinabé che, priva dei soldi necessari per iscriversi a scuola, si è acculturata frequentando le lezioni fuori dalla finestra dell’aula. Ha imparato così bene da studiare poi linguistica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Attualmente è scrittrice e giornalista.
Il titolo dello spettacolo, “Caino, dov’è tuo fratello?”, era evocativo e pieno di promesse. Alla fine, quando l’applauso conclusivo si prolungava a sottolineare il dispiacere che tutto fosse finito, le promesse iniziali erano state tutte mantenute.
Il successo della prima e le numerose persone che per meri motivi logistici non hanno potuto assistere allo spettacolo invocano a gran voce una replica!